In villeggiatura a Bagnolet
Centro della narrazione di questo ottavo diorama è la villeggiatura, ovvero l’occasione per la classe borghese di una gita fuori porta, lontana dal centro cittadino. Destinazione è la località di Bagnolet situata nella regione nella regione dell’Île-de-France, un sobborgo della capitale parigina, e che viene chiaramente indicata dalla scritta sulla destra della scena dietro il sipario.
Questa scatola delle meraviglie, come in molte delle precedenti, ha una cornice in legno dorato a motivo fitoforme che in questo caso si distingue per finissimi ornamenti ritmici. Al suo interno una vera e propria rappresentazione teatrale: introdotta da un sipario classicheggiante, la scena ha un fondale suggestivo che si affaccia verso un paesaggio naturale dominato da un complesso architettonico importante.
Un secondo fondale, e di cui fanno parte le due colonne bianche, delimita lo spazio dei personaggi in maniera molto simile a un palcoscenico. Il sipario in elegante tessuto rosso è raccolto ai lati della cornice con cordoni a pennacchi, mentre dal lato superiore cade un tendaggio corto la cui greca riprende i motivi dei capitelli classici. Il fondale ci porta lontano dai negozi e dagli intrattenimenti cittadini aprendosi verso un paesaggio a cielo aperto e per lo più naturale: al centro, dietro a dei cipressi, si scorge un piccolo lago e un giardino boschivo molto curato, appartenente all’edificio che si intravede a destra.
Bagnolet
Verosimilmente una rivisitazione immaginaria e in stile Art Nouveau del Castello di Bagnolet data la sua multifunzionalità, e nello specifico quella teatrale, all’arrivo dei duchi d’Orléans. Se agli esordi del Seicento era un semplice albergo signorile, lungo il Settecento venne di volta in volta rimaneggiato. Dopo morte di Louis Chevalier, segretario del re, la vedova vendette la terra e la signoria, la tenuta e il castello alla casa d’Orléans. La moglie del duca d’Orléans, all’epoca della sua reggenza di Francia, fece di questo castello la sua residenza preferita con un vicolo fiancheggiato da un doppio filare di alberi piantati in mezzo alle vigne di Charonne per collegare Parigi al suo castello di Bagnolet. La duchessa ingrandì e abbellì gli edifici della residenza: «Il castello è accresciuto da un peristilio colonnato di fronte all’ingresso, da due ali, a destra e a sinistra, in una delle quali è la stanza di guardia, la grande anticamera poi, la sala da pranzo ovale e una stanzetta attigua, nell’altra, un appartamento composto da anticamera, camera da letto, ripostiglio e cappella». Nel castello, il duca d’Orléans farà allestire un teatro e vi reciterà una commedia nel 1761, ciò che ci rinvia alla messa in scena di questo diorama.
Dal complesso architettonico Art Nouveau emergono gli elementi strutturali dei disegni squadrati, delle colonne sovrastate da uno spesso fregio e un peculiare tetto basso e leggermente ricurvo decorato sulla sommità da ulteriori ornamenti in ferro. Dal nostro punto di osservazione, laterale, vediamo in una delle facciate un’ampia vetrata in stile liberty, dalla quale si intravede la luce calda dell’interno. L’edificio apre poi verso il giardino attraverso un piccolo patio, anch’esso con decorazioni in ferro in stile liberty e una lampada da esterni avvolta in un disegno decorativo.
L’edificio e lo specchio d’acqua sono collegati da una piccola scalinata e da una passeggiata adornata da grandi fioriere, lungo la quale è possibile scorgere una statua in pietra raffigurante una figura femminile nuda, in chiaro accordo con il gusto romantico e neoclassico appena precedente l’Art déco. Malgrado la scultura e l’edificio abbiano un’aspirazione che pare antecedente al liberty, è proprio la presenza di vetrate in tale stile, oltre a ulteriori dettagli, di cui il più importante è sicuramente quello dell’abbigliamento dei personaggi, a confermare che la costruzione del presente diorama sia stata realizzata a cavallo fra Ottocento e Novecento.
Teatralità
Complessivamente l’atmosfera del fondale è mite e i suoi colori tenui e freddi sembrano ambientare la messinscena in una calda serata estiva. Altri elementi in questo diorama convergono a sottolineare la teatralità della scena: due lampade in stile orientaleggiante calano dall’alto del sipario ad illuminare lo spazio dei personaggi, realizzate esse stesse in un materiale che fa trasparire la luce; una struttura in ferro a ponte incornicia una coppia di giovani amanti a sinistra, rimando agli elementi scenografici del teatro che creano così una messa in scena nella messinscena; infine piccoli vasi di fiori a mosaico sono posizionati lungo tutta la lunghezza del palcoscenico. Ciò ci ricorda che il diorama è una rappresentazione, certamente teatralizzata, di una narrazione. In particolare, e in questo caso, di una storia sugli svaghi dei borghesi parigini, dalle famiglie alle giovani coppie, come notiamo dai protagonisti di questa rappresentazione.
A sinistra della scena, come accennavamo, una giovane coppia di innamorati sosta sotto una struttura in ferro ornata da grandi rose, elementi artificiali fortemente teatrali che evidenziano la componente floreale di questo diorama. Si tratta di una parentesi che celebra l’amore cortese e matrimoniale. Questa rappresentazione vede la presenza di un personaggio maschile adulto, una particolarità all’interno di una collezione volta prevalentemente ai diletti femminili nella loro dimensione pubblica, familiare e materna.
In questo caso, l’atmosfera è certamente intima: il personaggio maschile sembra intento a sussurrare parole al viso vicino della compagna, alle quali lei risponde con sguardo timido inclinato verso il basso, gesto di modestia e pudore. Entrambi i giovani rimandano a una cultura vestimentaria tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento con un gusto di ispirazione ancora molto nobile. Lui veste un calzone chiaro aderente che termina sopra il polpaccio e sul busto porta un giustacuore con fini ricami in oro, sovrastato da una marsina in velluto bordeaux dalle cui maniche fuoriesce una leggera corolla dei polsini della camicia; lei indossa una robe à la française con scollo quadrato, le cui manchettes terminano con un’abbondante cascata di pizzi, peraltro applicati anche sull’orlo superiore del corpino stretto e la cui fantasia prosegue nella sopragonna in un ricco ricamo a due colori.
Alla loro destra si susseguono una serie di personaggi che fanno parte della medesima compagnia, che abbiamo incontrato in altri diorami e che troveremo successivamente in La lezione di danza e Il rito del bagno: le bambine e i bambini, compreso quello con la barchetta, la governante in azzurro e la signora leggermente inclinata.
Le due giovani figure, la prima in un ampio abito arancio e la seconda in abito azzurro, precedono quattro fanciulli attenti a ciò che viene detto loro: tre bambine con abiti leggeri bianchi e un bambino che si distingue per il vestito in velluto blu, fascia di seta, camicia bianca e un rotolo di carta nella mano sinistra. Le giovani donne, nel contesto dello svago e del gioco propri della villeggiatura, sono intente ad educare i fanciulli alla cura e alla raccolta dei fiori. In primo piano, al centro del diorama la bambina che porta in braccio una piccola pianta in vaso, alla sua sinistra un’altra, con ampio copricapo, tiene tra le mani un cesto di fiori e, alla sua destra, sia il bambino con il rotolo di carta in una mano sia, e ultima della fila, la bambina che tiene tra le mani un cordoncino legato a una barchetta, posizionata a terra. Segue la scena, con premuroso sguardo, una madre: vestita in elegante abito bianco adornato di piccoli fiori nella scollatura, con uno scialle nero appena appoggiato sulle spalle e un cappello a tesa larga avvolto da un nastro e ornato da fiocchi e una piuma rosa.
Infine a destra del diorama compaiono un piccolo cagnolino maltese ai piedi di una tipica panchina da esterni, dove siede un bambino che tiene in mano una barchetta di legno, quest’ultimo, unitamente alla governante in azzurro e alla bambina con la barchetta, li troveremo successivamente in Il rito del bagno.
Tema di fondo del diorama è il rapporto con la natura. Natura che non è selvaggia e pericolosa, ma ammansita, educata dalla cultura, una natura a misura d’essere umano: floreale, profumata, aromatica e nella quale ad emergere sono la bellezza e la varietà dei colori.